martedì 3 marzo 2009

Hegel fa piangere

Da aggiungere senza dubbio a "I meglio libri".
Il mio amico Carlo, famoso libraio, mi suggerisce, anzi addirittura me lo regala, un libretto del Melangolo di László F. Földényi, “Dostoevskij legge Hegel in Siberia e scoppia a piangere”. Sono poche paginette di un saggio sulla razionalità e la libertà, l’Inferno limpido e l’Inferno grigio, la scomparsa o l’eclisse di Dio, tutti temi cari al direttore di questo foglio, cui qualcuno vorrà regalarlo per mio conto (euro 8, rimborsabili) perché io mi trovo a troppi chilometri. Prima del saggio c’è la storia, che è pressoché tutta compendiata nel titolo, il quale potrebbe essere, invece che un titolo, una storia completa. Neanche documentata, ma, pur credibilmente, ipotizzata. Dostoevskij è deportato in Siberia, il giovane procuratore Vrangel, che è diventato suo amico, ordina in Germania un libro di Hegel, forse sono le “Lezioni sulla filosofia della storia”, forse Dostoevskij vi legge le seguenti righe: “Per prima cosa dobbiamo escludere il declivio settentrionale, la Siberia. Questo declivio... non ci interessa qui in nessun modo, poiché la zona nordica giace fuori della storia”. E forse, lette queste righe “al lume di una candela di sego”, Dostoevskij scoppia a piangere. E poi ha tutto il tempo per risarcirsene. “Tutto si può dire della storia... Una sola cosa non si può dire: che sia uno spettacolo ragionevole”.
Sofri l'anziano sul Foglio

Nessun commento: