Questo scrive Lucia di Faenza, senza il punto interrogativo. Mia risposta a seguire.
L'antirelativismo e gli antirelativisti non esistono! Ci sono persone che pretendono di obbligare gli altri a scegliere secondo il proprio metro, quelle sì. E ce ne sono pure troppe. Concludo con una voce molto più autorevole della mia, quella di Gandhi: "Dato che non penseremo mai nello stesso modo e vedremo la verità per frammenti e da diversi angoli di visuale, la regola della nostra condotta è la tolleranza reciproca. La coscienza non è la stessa per tutti. Quindi, mentre essa reppresenta una buona guida per la condotta individuale, l'imposizione di questa condotta a tutti sarebbe un'insopportabile interferenza nella libertà di coscienza di ognuno".
Penso non si possa aggiungere nulla ad un pensiero di questa compiutezza.
Lucia di Faenza
Dice Gandhi che la regola della nostra condotta dovrebbe essere la tolleranza reciproca. Infatti, l'imposizione di una condotta individuale a tutti sarebbe una grave interferenza nella libertà di coscienza. Lucia di Faenza ne deduce che l'antirelativismo non esiste. Io ne deduco che esiste eccome. Certo, forzare negli altri l'osservanza di una etica individuale o minoritaria o maggioritaria è lesivo della coscienza, ma chi mi spiega cosa significa tolleranza reciproca? Nel mondo ideale il discorso fila, ma nel mondo reale come si implementa la tolleranza reciproca nel momento in cui singoli individui o gruppi umani manifestano un'etica sensibilmente diversa da quella cosiddetta "occidentale" pregiudicando quelli che sono ritenuti i diritti fondamentali dell'individuo? Il diritto e l'osservanza della legge, e ancor prima la definizione della stessa, come si pongono rispetto al relativismo? Troppo teorica la frase di Gandhi, molto umanitaria e poco politica.
L'antirelativismo e gli antirelativisti non esistono! Ci sono persone che pretendono di obbligare gli altri a scegliere secondo il proprio metro, quelle sì. E ce ne sono pure troppe. Concludo con una voce molto più autorevole della mia, quella di Gandhi: "Dato che non penseremo mai nello stesso modo e vedremo la verità per frammenti e da diversi angoli di visuale, la regola della nostra condotta è la tolleranza reciproca. La coscienza non è la stessa per tutti. Quindi, mentre essa reppresenta una buona guida per la condotta individuale, l'imposizione di questa condotta a tutti sarebbe un'insopportabile interferenza nella libertà di coscienza di ognuno".
Penso non si possa aggiungere nulla ad un pensiero di questa compiutezza.
Lucia di Faenza
Dice Gandhi che la regola della nostra condotta dovrebbe essere la tolleranza reciproca. Infatti, l'imposizione di una condotta individuale a tutti sarebbe una grave interferenza nella libertà di coscienza. Lucia di Faenza ne deduce che l'antirelativismo non esiste. Io ne deduco che esiste eccome. Certo, forzare negli altri l'osservanza di una etica individuale o minoritaria o maggioritaria è lesivo della coscienza, ma chi mi spiega cosa significa tolleranza reciproca? Nel mondo ideale il discorso fila, ma nel mondo reale come si implementa la tolleranza reciproca nel momento in cui singoli individui o gruppi umani manifestano un'etica sensibilmente diversa da quella cosiddetta "occidentale" pregiudicando quelli che sono ritenuti i diritti fondamentali dell'individuo? Il diritto e l'osservanza della legge, e ancor prima la definizione della stessa, come si pongono rispetto al relativismo? Troppo teorica la frase di Gandhi, molto umanitaria e poco politica.
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