mercoledì 28 gennaio 2009

I dolori del giovane Faust

Nel Faust lo spirito che eternamente nega inneggia al carpediem : "All'attimo dovrei io dire: resta, sei cosi' bello!"; il Werther consiglia di fare con i fanciulli come Dio fa con noi: Egli non ci procura mai tanto grande felicità come quando ci lascia nel vaneggiamento di una cara illusione. Cosa e' l'attimo se non una cara illusione vaneggiata?
Il Werther riflette molto sul desiderio dell'uomo di estendersi, scoprir nuove cose, vagare per il mondo; e poi, per converso, sulla segreta tendenza a volontariamente limitarsi, a camminare sui binari dell'abitudine senza affannarsi di quanto avviene a destra o a sinistra. E il Faust surroga il tutto: erra l'uomo, finche' aspira.

Ma tu guarda

Ogni volta che su siti come Corriere o Repubblica compaiono in un giorno solo articoli e video e foto come "Cristina e il topless a sorpresa", "Lindsay Lohan testimonial provocante", "Sexy spot di Agent Provocateur", "Sigourney Weaver in un basic instint in-volontario", "Capello torturato da ballo sexy", "Il porno 3D dalla Cina", "Bolle ballerino e' gay", "A Parigi torna Dita von Teese", e addirittura un "Alessandra Mussolini contro le conigliette a Sanremo ma deve solo che stare zitta perche' nell'83 era sulla copertina di Playboy", dicevo ogni volta che succede questo uno all'inizio pensa ma guarda un po' il livello dell'informazione, ma tu guarda cosa vogliamo noi italiani (o cosa ci offrono, ed e' piu' o meno lo stesso). Pero' poi alla fine uno legge pure che la notizia di politica era quella di Di Pietro che offende Napolitano, e allora alla fine e' pure contento che non ha piu' tempo per leggerla perche' nel frattempo si e' fatto tardi.

martedì 27 gennaio 2009

La notte della Memoria

L'unico commento non banale ne' troppo strumentale che ho letto oggi sulla Memoria. Per antonomasia.

mercoledì 21 gennaio 2009

Il primo, ma anche no

Io non voglio fare ne' la figura dello snob, ne' quella dell'invidioso e nemmeno quella dello scettico. Voglio essere tutte e tre le cose insieme. Il discorso di insediamento oba-mistico rifulge di speranze e di buone propositi (e per forza, che doveva dire "qui tira una brutta aria, adesso vediamo un po' quello che si riesce a fare"?). Risplende di epica, oratoria e pathos, e sono tutte belle features governative che non hanno mai salvato una patria, figuriamoci un'economia o una civilta' (per convincere le masse si fa come con le donne, non importa quello che dici ma come lo dici, eppure si ricordano alcune masse convinte e famose nel secolo scorso che piu' che masse sembravano cancri). Ridonda pure di troppi "ma anche", l'oratio obamitica, e il manchismo dell'Occidente decretera' la sua stessa fine. Perche' nella geopolitica come nella micropsicologia, per avere successo nel mondo non contano mica i valori in cui credi, ma quanto ci credi. I manicheismi cinesi e islamici uccideranno tutti i i manchismi della vecchia e colta e libera Europa.
E la svolta epocale del giovanotto nero virtuoso alla White House e' epocale, certo, Obama e' il primo giovanotto alla Casa Bianca, e' il primo nero alla Casa Bianca, e' il primo presidente 2.0 alla Casa Bianca, e' il primo Presidente che va a fare la spesa in tuta come uno-qualunque, eppoi diciamolo pure che e' il primo presidente in un'America che non conta piu' un cazzo.

domenica 18 gennaio 2009

I fiori blu

L'incipit de Les fleurs bleues di Queneau nella geniale traduzione di Calvino, viaggio nel secondo Millennio sognato e non sognante, ironico e allitterante. Sarcastica riflessione sull'homo historicus, l'interpretazione dei sogni e la Storia "universale in generale e generale in particolare".
Il venticinque settembre milleduecentosessantaquattro, sul far del giorno, il Duca d'Auge salì in cima al torrione del suo castello per considerare un momentino la situazione storica. La trovò poco chiara. Resti del passato alla rinfusa si trascinavano ancora qua e là. Sulle rive del vicino rivo erano accampati un Unno o due; poco distante un Gallo, forse Edueno, immergeva audacemente i piedi nella fresca corrente. Si disegnavano all'orizzonte le sagome sfatte di qualche diritto Romano, gran Saraceno, vecchio Franco, ignoto Vandalo. I Normanni bevevan calvadòs.Il Duca d'Auge sospirò pur senza interrompere l'attento esame di quei fenomeni consunti. Gli Unni cucinavano bistecche alla tartara, i Gaulois fumavano gitanes, i Romani disegnavano greche, i Franchi suonavano lire, i Saracineschi chiudevano persiane. I Normanni bevevan calvadòs. - Tutta questa storia,- disse il Duca d'Auge al Duca d'Auge,- tutta questa storia per un po' di giochi di parole, per un po' di anacronismi: una miseria. Non si troverà mai via d'uscita?

venerdì 16 gennaio 2009

Settembre e il pesce decadente

Certo che letto oggi, a parte qualche citazione latina che fa sempre erudito, e francese che fa sempre raffinato, tolta qualche intuizione geniale e immortale sulla natura dell'animo umano, il Piacere dannunziano e' la storia di un giovinetto viziato che fa dichiarazioni d'amore patetiche a due donne in contemporanea, perdendole entrambe, in uno scenario con troppo fasto e soprattutto con troppi aggettivi.
Eppero', a chi mi trova un brano migliore del seguente come massimo esempio del Decadentismo italiano gli pago una cena di pesce.
-Preferite, tra i mesi neutri, l'aprile o il settembre?
-Il settembre. E' piu' feminino, piu' discreto, piu' misterioso. Pare una primavera veduta in un sogno. Tutte le piante, perdendo lentamente la loro forza, perdono anche qualche parte della loro realita'. Guardate il mare, la giù. Non dà imagine d'un'atmosfera piuttosto che d'una massa d'acqua? Mai, come nel settembre, le alleanze del cielo e del mare sono mistiche e profonde. E la terra? Non so perché, guardando un paese, di questo tempo, penso sempre a una bella donna che abbia partorito e che si riposi in un letto bianco, sorridendo d'un sorriso attonito, pallido, inestinguibile. E' un'impressione giusta? C'è qualche cosa dello stupore e della beatitudine puerperale in una campagna di settembre.
E l'Arietta di Antonio Salieri, la Toccata di Leonardo Leo, una Gavotta delle dame gialle del Rameau, una Giga di Bach dovrebbero essero le piu' decadenti del mondo, se e' vero che paion composte per essere danzate in un pomeriggio languido d'una estate di San Martino, entro un parco abbandonato, tra fontane ammutolite, tra piedistalli senza statue, sopra un tappeto di rose morte, da coppie di amanti prossimi a non amare piu'.

Villaggio Mondo

Beh questo e' proprio carino.
From pandemia.

Blog di cento anni "fra"

From Squonk. Mi sa che e' proprio vero, ma se la letteratura di cento anni "fra" coincide con gli odierni cazzi degli altri, pure scritti in un italiano di cento anni "fra", cio' non mi rende tale letteratura piu' degna di essere letta.
Se fra venti, cinquanta o cent’anni i blog saranno usati come uno strumento per la comprensione di questi tempi, gli unici che verranno considerati di qualche interesse saranno quelli scritti da gente che parla degli affari propri, quelli scritti con le k, quelli con le animazioni dei fiorellini che ballano la rumba, quelli che raccontano dei figli che vanno a scuola, della vita in ufficio, di tutto quello che oggi ci sembra banale e insignificante.

Napoli edipica atipica poetica

Da macchianera, una lettura di Gomorra e di Napoli Poesia.

Deus ex machina

Nella tragedia greca succedeva una cosa buffa, alla fine. Che poi era il gran finale, ma era l’antica Grecia e non si sparavano o baciavano tra fratelli a quei trempi. Nel senso che si baciavano e scannavano dall’inizio: cose incredibili, neonati accoltellati, incesti, roba che le famiglie e le stirpi si intricavano di odio e amore in maniera irrisolvibile.“Come la chiude?”, “Ma qui dura una settimana?”, “Adesso muoiono tutti?” si chiedeva preoccupato il pubblico greco coll’accappatoio bianco sugli spalti, all’X-factor tragico della festa di Dioniso. E come la chiudeva Euripide?Spesso sul finale arrivava uno che faceva dio, in cima a uno scalone di legno tipo gru, e diceva io sono Apollo, tu accoltellato muori pure dissanguato, tu già morto risuscita, tu chiedi scusa, tu vattene da Tebe, tu invece stabilisciti nel Peloponneso, fai quello che vuoi, apriti un pub, ma guai se te ne vai dal Peloponneso, l’ho detto io che sono Apollo. Gli spettatori borbottavano un po’ per questa scorciatoia da sceneggiatori di Lost, ma ormai se lo aspettavano: era la loro idea fichi-olive-e-democrazia del colpo di scena finale.Per questo, quando qualcuno o qualcosa risolve una vicenda reale o fittizia, inaspettatamente e d’improvviso, si dice “deus ex machina”, perché ricorda il dio che parla dalla gru delle tragedie greche e mette a posto le cose.Dire deus ex machina come si trattasse di un capo che comanda tutto lui (con tanto di profumo di macchinazioni) è semplicemente sbagliato. Per quello si dice ras, boss, gran Mogol, capoccia, re, regina di Cuori, quello che vi pare, ma non deus ex machina.
from wittgenstein

martedì 13 gennaio 2009

Traduzioni o deduzioni?

Dagli orrori snaturanti del doppiaggio italiano della serie "The Big Bang Theory" alla traduzione che inverte l'aggressore con l'aggredito nel film "The Millionaire".
E la campagna per la promozione dell'ateismo, nata sui bus inglesi con la scritta There's probably no God. Now stop worrying and enjoy your life, in Italia diventa La cattiva notizia e' che Dio non esiste. Quella buona, e' che non ne hai bisogno. Dalla leggerezza all'amarezza, dalla ventata d'ottimismo (almeno sul piano marketing&promotion) all'aridita' del dogmatismo.
Enfin, nell'ultima scena del film "Das Leben der anderen" ("La vita degli altri") il protagonista compra un libro, scoprendo che e' a lui dedicato per il motivo che e' il motivo stesso del film. Il negoziante chiede "Pacchetto regalo?" e lui, il protagonista, che si era spaccato diciamo in quattro per quella dedica che e' alla fine il sugo di tutta la storia, risponde nell'ultima frase del film, con gaudente stupore "Nein, es ist für mich". Che vuol dire, semplice e pregnante "No, e' per me", letterale proprio. L'abbiamo tradotto con "Lo prendo per me". Perche' non ci abbiamo anche aggiunto un "Me la da' una bustina?".

domenica 11 gennaio 2009

La fille sur le pont

O la ragazza sul ponte, o die Frau auf der Brücke. Il bianco e nero e la colonna sonora rendono ancora piu' elegante questa storia di perdita e redenzione. L'amore sublimato in sensuali lanci di coltelli e' lo sfondo di una raffinata catarsi e struggente poesia sul Destino.

Satire spinoze

Una rosa spinoza.

Taccuino di un vecchio sporcaccione

Il sesso e' una cosa interessante ma non ha un'importanza decisiva. cioe' e' meno importante, dal punto di vista fisiologico, della defecazione. un uomo puo' tirare avanti per 70 anni senza una figa ma puo' morire in una settimana se le budella non gli si muovono.
Letto nel '69 Bukoswki, l'amante di donne (se un misogino puo' definirsi tale), cavalli (se uno che scommette alle corse puo' dirsi tale) e alcool (se uno che beve tutto il giorno whisky con aggiunta di acqua puo' considerarsi tale) sara' stato di rottura, piu' nello stile che nei contenuti. Letto oggi mi pare un superbo blog, geniale e abbastanza divertente. Niente di piu'.
Ho ancora (mea culpa) parecchi scetticismi letterari sugli autori pseudounderground similbeatgeneration diversamenteconformisti filopauperistici. Magari mi ricredo, con l'eta'.

mercoledì 7 gennaio 2009

Alvi Rock'n'Roll

Andare su Google, digitare Geminello Alvi, cliccare sugli articoli recenti di Geminello Alvi sul Giornale, leggerne una ventina a piacere. Geopolitica finanza e civilta' descritte in modo troppo semplice o troppo difficile, ma sempre troppo. E si gode sempre, anche di quello che non si capisce o su cui si discorda.

martedì 6 gennaio 2009

Pompini funebri

Adesso ho capito perche' l'affare Dreyfus ebbe tutta quella risonanza. In fondo chissenefrega di un generale accusato di alto tradimento, e chissenefrega se Zola lo ha difeso nel J'accuse. Il bello e' che l'allora presidente della Repubblica francese destinatario del pamphlet, tal Félix Faure, morí godendo della fellatio dell'attrice e modella di nudo Marguerite Steinheil.
Piu' che l'accusa a colpi di lingua poterono i colpi di lingua.

sabato 3 gennaio 2009

Forse che sì forse che no

Le descrizioni del Palazzo di Mantova e quelle del Palazzo di Volterra sono il più chiaro manifesto del Decadentismo italiano, colto in tutta la sua cupa forza evocativa e nel momento più profondo: lontano dalle fuorvianti aspirazioni aristocratiche, eroiche di Effrena o Sperelli e lontano dagli eccessi di A rebours o dall’ostentato gioco aforistico di Wilde.
«Ma chi può giudicare l’amore? E chi può dire il termine della voluttà e il termine del tormento, e dove il bene cessi d’essere il bene, e per che modo una nuova vergogna crei un amore nuovo, e di che cosa debba vivere l’amore per piacere alla morte? Come fate voi a condannare e ad assolvere?».

I meglio libri / 4

Premetto che tutti i miei libri sono qui, su anobii .
Mi mancavano alcuni classici, me li ho procurati e li leggerò fugacemente: Il Piacere e Forse che sì forse che no di D'Annunzio; tutte le tragedie greche di Eschilo Sofocle Euripide in Il teatro greco edizione Bur (magari lo teniamo per consultazione); Aforismi proibiti e libertini; La favola di Amore e Psiche di Apuleio; La felicità di Epicuro.
Comprati o da comprare a brevissimo: Gli imperdonabili di Cristina Campo: Taccuino di un vecchio sporcaccione di Bukowski; Filosofia di un vicolo di Pjatigorskij Alexandr; La fondazione di Raffaello Baldini; Mosca sulla vodka di Eroféev Venedíkt; Europeana di Patrik Ourednik; Il paradosso dell'euro; Sempre cara mi fu quest'ernia al colon; Peccato non farlo.
Da non comprare ma da tener presente per la pensione: Che fare?, non quello di Lenin ma quello di Nikolaj Gavrilovič Černyševskij; Memorie dal sottosuolo di Dostoevskij Fëdor sullo stesso argomento del Che fare? ; Storia della Russia del Gitermann; Storia della colonna infame di Alessandro Manzoni.

Grazie Zia

Che poi io lo so, che vi arriva vostra zia, che lo sa che a voi piace leggere, e magari sa anche che voi siete di quelli che passan le ore a scrivere su quella diavoleria del computer, e a Natale vostra zia cosa dice, Gli regalo un bel libro, e se ne arriva il giorno di Natale con il suo bel pacchettino tutta contenta, ve lo dà, voi lo aprite e dentro c’è un libro di Giorgio Faletti, o di Paulo Coelho, o di Federico Moccia, fate voi, immaginatevelo voi, uno di quei libri dei quali magari vostra zia ha sentito parlare e si è detta Quel libro lì lo devo regalare a mio nipote, secondo me gli piace di sicuro, e voi, invece quel libro lì non lo potete sopportare, solo che non potete mica dirle Zia, ma non mi regalar delle puttanate, che io non le leggo mica queste merde qua; non glielo potete mica dire, dai, non siam mica degli incivili, poi non ci si comporta mica così, coi parenti, e allora le dite Ma zia, questo libro qua è bellissimo, hai proprio indovinato i miei gusti, ma come hai fatto, e lei sarà felice, penserà di avervi fatti contenti e di aver fatto bella figura davanti a tutti i parenti; poi la prenderete da parte e le direte Zia, guarda, questo libro qua è bellissimo, son contento che ci hai proprio beccato, sei forte zia, solo che a me questo autore qua piace talmente tanto che l’ho comprato proprio il giorno che è uscito, non è che mi dici dove l’hai preso che ne prendo uno diverso? E a lei non farà dispiacere, no, lei sarà contenta lo stesso, perché penserà di conoscervi così bene da regalarvi un libro che comprereste voi stessi, e penserà che questo gesto di apertura che avete fatto, dicendole la verità in privato, dimostri che voi potete dire tutto, a lei, e lei si sentirà gratificata, da questa confidenza che avete dimostrato. Lei vi dirà dove l’ha comprato, e il primo giorno utile voi procederete. Andrete in libreria e comprerete un libro che si chiama La fondazione, di Raffaello Baldini, edito quest’anno da Einaudi, un libretto di 68 pagine con il testo a fronte in dialetto romagnolo (da leggere quindi alla fine sono una trentina di pagine, fate anche veloce) al costo di nove euro. Poi lo leggerete e sarete contenti. E anche vostra zia.

L'Uganda dei Valori

Il dettaglio, figlioli, è che l’Italia dei Valori non ha nessun collegio dei probiviri: a esser precisi non ha niente. Ha Di Pietro. L’Italia dei Valori è l’unico partito d’Europa (forse del mondo) che è affiancato da un’associazione costituita da Di Pietro (Presidente) e da Silvana Mura (Tesoriera) ed a Susanna Mazzoleni (moglie di Di Pietro) nel cui consiglio si può entrare solo con il consenso del Presidente (Di Pietro) al quale andranno tutti i soldi del finanziamento pubblico: il Partito, invece, è finanziato coi soldi degli iscritti; presidente del partito è il presidente (a vita) dell’associazione, cioè Di Pietro; la Tesoreria del partito appartiene alla tesoriera (a vita) dell’associazione, cioè a Silvana Mura, cioè a Di Pietro; né gli iscritti al Partito né un eventuale congresso possono sfiduciare il Presidente, cioè Di Pietro.
Sofri il giovane

Gaza, un passo indietro

È importante comprendere la cronologia delle ultime violenze. Israele ha ritirato sia i propri soldati che tutti i propri coloni da Gaza nell’agosto 2005. Hamas ha conquistato il potere a Gaza, strappandolo all’organizzazione di Abu Mazen, nel 2007. Dal 2005 ad oggi Hamas ha lanciato da Gaza circa 6300 razzi contro civili israeliani, uccidendone 10 e ferendone più di 780. Nei primi mesi di quest’anno Hamas ha accettato una tregua, durante la quale i lanci sono diminuiti ma mai cessati del tutto. Hamas ha infine rifiutato di prolungare la tregua oltre il 19 dicembre, quando il gruppo ha ripreso gli attacchi effettuando circa 300 lanci di razzi, missili e colpi di mortai. I 250.000 abitanti israeliani delle aree meridionali del paese vivono in una condizione di minaccia costante, spesso costretti nei rifugi, ma l’attenzione dei media mondiali sembra farvi attenzione solo quando Israele risponde al fuoco di sbarramento di Hamas.
Wall Street Journal

Auguri e speranze

Auguri: vi auguro di non incazzarvi troppo, e di arrivare senza fame e senza freddo al 31 del mese.
Visto che ormai gli articoli sugli eccessi di auguri via SMS superano in numero gli auguri via SMS, io avrei un’altra preghiera. Se proprio dovete farli questi auguri, non potreste renderli un po’ più credibili e sinceri? Non potreste smetterla con quelle formule assurde e false tipo “ti auguro un 2009 strepitoso”, o “che tu abbia tutto quello che vuoi”, eccetera? Vi pare possibile, che io abbia tutto quello che voglio? È chiaro che non ci avete pensato, che scrivete cose a caso, che non vi siete davvero concentrati, e che il cielo non potrà mai ascoltare simili pretese.Un po’ più di equilibrio, realismo e sensibilità, vi prego. Da parte mia, tanti auguri che non vi si rompa l’hard disk e faccia bel tempo nei weekend.

Propositi: continuare a meravigliarmi di fronte alla Bellezza, non dire la verità a tutti i costi, aumentare il numero delle persone da stimare, o al limite diminuirle, perfezionare tre lingue, eliminare le cipolle, ridere di più, inseguire la frase perfetta, emozionarmi ancora.
Tornare a vedere e a far ridere una persona, non perderne un’altra guardandola andarsene, ritrovarne una terza, leggere un classico russo, andare e tornare da Chisinau in pullman, essere meno cinico, essere più cinico, tornare ad interessarmi delle cose del mondo, dormire meglio, comprare un’azienda, non stupirmi per non restarci male, stupirmi per vedere il grasso che cola, dire un po’ meno “io”, prendere per il culo chi si mette al centro del mondo e pensa di essere l’unico artefice del suo destino, far passare la nottata, andare oltre l’incipit.

Discorso, discorso

Lettura da sinistra del messaggio augurale di Giorgetto Napolitano.
Un giorno qualcuno dovrà studiare con categorie non politiche - e magari psicanalitiche - i misteriosi meccanismi che portano uomini tanto diversi per storia e convinzioni al medesimo processo di bonaria mummificazione nel momento in cui entrano al Quirinale.Saranno gli arazzi, i tappeti, gli stucchi, i cortigiani, chissà. Sta di fatto che quando si diventa presidenti della Repubblica si assume quasi coattivamente una tendenza irrevertibile al luogo comune, al nulla che mette tutti d’accordo, e vai con l’appello, l’auspicio e il monito, il tutto pieno di buoni e generici sentimenti in una grande notte in cui tutti i gatti sono bigi.Così a sentire ieri sera il buon Napolitano - e che Dio ce lo conservi, per carità - non sembrava neppure di vivere in un paese per un terzo controllato dalla criminalità organizzata, ottuso dal sonno dei valori civili, rotolante verso il basso in tutte le classifiche di innovazione, di trasparenza, di modernità. Un paese sempre più periferico e incapace di reagire al proprio declino, inebetito da un governo di affabulatori mediatici e senza un’opposizione decente dall’altra parte.Non a caso, nel palazzo della politica il discorso di Napolitano è piaciuto così tanto a tutti, a Berlusconi e ad Epifani, a Calderoli e a Rotondi, a Veltroni e a Gasparri, a Bersani e a Cicchitto. Condividono tutti, condividono tutto.Succede, quando non si dice niente.